domenica 4 gennaio 2009

Gli UFO di Giulio Verne e quelli dell'epoca vittoriana

 

Si muoverebbe nell'equivoco chi reputasse che il fenomeno degli UFO sia iniziato in epoca contemporanea, facendolo coincidere con la ormai celebre osservazione — anno 1947 — di Arnold Kenneth. Neppure il termine "disco" o "piatto" fu inventato da questo studioso. Il 24 gennaio 1878, un agricoltore del Texas — tale John Martin, che viveva a una quarantina di chilometri a sud di Denison — vide un oggetto volante, scuro e a forma di discoide, che incrociava per l'aria a considerevole altezza e a "velocità fantastica" e per descriverlo impiegò proprio il termine saucer: letteralmente, piattino; quindi piatto o disco. Tuttavia molti anni prima, in Europa e in pieno medioevo, naves aëriae visae sunt (furono scorte navi aeree) nel cielo di Gravesend, come narrano le cronache di Gervasio de Tilbury, scritte nel XIII secolo. Le "navi aeree" equipaggiate con "esseri celesti" ricorrono di frequente nelle cronache medioevali.

Ci occuperemo invece di altre navi che, tra il novembre 1896 e il maggio 1897, provocarono un'autentica "ondata" nel Kansas, nella California settentrionale e nel Nebraska. Quella mystery airship fu nettamente scorta da migliaia di persone in tutto il sud-ovest degli Stati Uniti e nel cielo di decine di città, comuni e piccoli borghi.

La simultaneità delle osservazioni lascia presumere che non si trattasse di una, ma di molte navi aeree simili tra loro per aspetto e caratteristiche. La curiosissima ondata è stata nuovamente portata all'onore delle cronache da diversi scrittori moderni che sono andati a rovistare nella stampa dell'epoca. Tra loro meritano una particolare menzione i nordamericani John Keel, Jerome Clark e Donald B. Hanlon.
Quello che veramente sconcerta dell'airship del 1897 è la sua impronta tipicamente "vittoriana" e forse più ancora il suo carattere alla Giulio Verne. Chi volesse farsi un'idea delle sembianze di quelle navi, a parte le descrizioni dei testimoni oculari, potrebbe ricorrere a due racconti fra i meno noti di Giulio Verne: Robur il conquistatore e il Padrone del Mondo.

Il primo, secondo l'enciclopedia Larousse, venne pubblicato nel 1886, e mentre appariva a puntate tra le pagine del Journal des Débats un giovane attentò alla vita di Verne. Fortunatamente lo scrittore rimase soltanto ferito a un piede, ma proprio in conseguenza dell'attentato Verne si stabilì, l'anno dopo, definitivamente ad Amiens; aveva allora 58 anni. In una biografia del geniale autore francese scritta da Juan Torrent Fabregas, vengono messe sulla bocca di Verne queste parole:

"I miei racconti per il 1895, '96 e '97 sono già pronti. Mi tiene molto occupato attualmente quello che sarà il mio libro del 1898. Del resto ho ancora del tempo dinnanzi a me... L'originalità (evidentemente Verne si riferisce alla nave da lui immaginata) consisterà nella circostanza che essa sarà contemporaneamente nave sottomarina, aereo e automobile. Il racconto si intitolerà Il Padrone del Mondo e vi ricomparirà Robur...".

Robur è un inventore pieno di fantasia, come tanti inventori nati dall'immaginazione di Verne, che riesce a costruire una stupefacente nave aerea, l'Albatros, con la quale si mette a correre per il mondo. La sua nave è più pesante dell'aria e sostenuta da decine di rotori che ne fanno un'anticipazione dell'elicottero. La prora è affilata come quella di una vera nave e come questa è provvista di coperta e cassero; sono previste persino delle ancore per tenerla fissa al luogo dove si posa. È fornita di potenti riflettori per la notte, che illuminano i dintorni. Per la propulsione in senso orizzontale dispone, sulla prua, di una gigantesca elica a quattro pale.

Ebbene, l'Albatros, nave immaginaria ideata dalla fantasia di Verne, assomiglia, come suol dirsi che s'assomigliano due gocce d'acqua, alla nave vista nelle regioni sud-occidentali degli Stati Uniti nel 1896-97; come dire in anni posteriori alla pubblicazione di Robur il conquistatore. Prima ancora di sincerarsi del racconto di Verne e comprovare l'effettiva data della sua pubblicazione, viene quasi spontaneo pensare che sia stato l'episodio americano del 1897 a ispirare il narratore francese. Non fu affatto così. Robur il conquistatore (e quindi la nave Albatros) sono anteriori allo strano avvenimento.

Vediamo uno degli episodi più sconcertanti dell'ondata di navi aeree avvenuta sul finire del secolo scorso. Il fatto risale al 19 aprile 1897. Avvenne esattamente a Le Roy, nel Kansas, ed ebbe come testimone un ricco agricoltore della regione, un tale Alexander Hamilton che il 21 aprile 1897 rilasciava la seguente dichiarazione giurata:

"La notte di lunedì scorso, attorno alle dieci e mezzo, fummo improvvisamente destati dallo strepito sollevato da tutti gli animali della fattoria. In un primo tempo diedi la colpa al mio bulldog, dicendomi che senza dubbio stava combinandone una delle sue. Ma, alzatomi dal letto e apprestandomi a uscire all'aperto per rendermi conto di quanto accadeva, ecco che, appena aperta la porta, mi si para dinnanzi la visione di una nave aerea che stava scendendo lentamente sul mio prato, a circa 200 metri dalla casa.
Chiamai mio figlio Wall e diedi la voce a uno dei miei coloni, a Gid Heslip per l'esattezza. Prendemmo torce ed asce e ci mettemmo a correre verso i recinti delle bestie. Frattanto la nave era scesa dolcemente a una dozzina di metri dal suolo. Noi ci avvicinammo a non meno di 50 metri. La nave era essenzialmente costituita da una parte a forma di sigaro, lunga forse 100 metri, con una piccola barca attaccata alla parte inferiore. Quella che mi parve una barca era di vetro o d'altro materiale trasparente, alternato a una stretta fascia di materiale opaco. L'interno era vivamente illuminato e perfettamente visibile; lo occupavano sei esseri stranissimi quali mai io avevo visto prima. Parlottavano fra loro, ma non ho potuto afferrare né capire una sola parola di quello che dicevano. Tutte le parti della nave che non erano trasparenti avevano un colore rosso scuro. Restammo muti per lo sbigottimento e il terrore. Un rumore che facemmo attirò l'attenzione e fummo tosto investiti da un faro di luce. Come ci scorsero, aprirono non so quale fonte di energia e subito una grande ruota di turbina, di circa 10 metri di diametro, che girava lentamente sopra l'apparecchio, prese a rumoreggiare fortemente e la nave si alzò maestosamente come un enorme uccello. Quando si trovò circa 100 metri sopra le nostre teste, parve allentare la corsa e infatti rimase sospesa esattamente sopra una mia giovenca di due anni che muggiva, saltava e sembrava come volersi liberare da qualcosa che tentava di agganciarla. Corremmo verso la bestia e così scoprimmo un cavo di circa un centimetro di spessore, di un materiale rosso, che formava un nodo scorsoio attorno al collo della giovenca, mentre l'altra estremità della strana corda era fissata a un punto della nave. Cercammo di togliere il nodo scorsoio dal collo della bestia, ma non riuscendovi perdemmo del tempo a cercare di spezzare almeno il cavo. Fatica inutile! Restammo, impotenti, a vedere la nave e la giovenca che si alzavano lentamente al cielo e sparivano in direzione nord-ovest. Rientrammo in casa; ero così spaventato che non riuscii più a chiudere occhio. Martedì mattina, cioè l'indomani, mi alzai di buonora e, montato a cavallo, percorsi i dintorni alla ricerca della giovenca. Non trovai alcuna sua traccia. Tuttavia, verso il tramonto, rientrando alla fattoria, venni a sapere che Link Thomas, che abita a 5 o 6 chilometri da Le Roy, aveva trovato quello stesso giorno in un suo campo la pelle, le zampe e la testa di una giovenca. Pensando che qualcuno avesse macellato una bestia rubata, mostrò la pelle a diversi agricoltori perché la identificassero. Quello però che sorprese Link Thomas, fu la mancanza assoluta di orme sul posto del ritrovamento. Dopo avere identificati i resti come quelli della giovenca appartenutami, grazie al marchio a fuoco impresso sulla pelle, ritornai alla mia fattoria..."

Segue la dichiarazione sottoscritta da undici personalità locali che garantiscono di conoscere Alex Hamilton chi da 15 e chi da 30 anni e affermano di ritenerlo degno della loro fiducia. Controllando l'esattezza della data della comparsa della misteriosa nave, si riscontra che il 21 aprile era un mercoledì, di modo che lo strano fatto accadde il 19, cioè due giorni prima che Hamilton rilasciasse la sua dichiarazione. Questa venne resa pubblica il 23 aprile 1897 dal Farmer's Advocate di Yates Center (Kansas) che la fece precedere da un corsivo:

"L'esimio signor Alexander Hamilton di Vernon giunse nella nostra città mercoledì scorso (21 aprile) e destò immensa sensazione annunciando d'essere stato coinvolto in un incidente con la nave aerea della quale ormai tutti quanti parlano. Hamilton è un vecchio agricoltore, già membro dell'assemblea legislativa per alcuni anni; egli è molto noto in tutto il contado di Woodson. Firmato: Allen, Coffey e Anderson".

Indubbiamente mister Hamilton era una persona assai rispettabile. Dopo la pubblicazione del racconto di Hamilton, il Daily News di Burlington pubblicava un'altra dichiarazione giurata:

"Noi sottoscritti, residenti a Burlington, Kansas, certifichiamo con la presente di conoscere Mr. Alexander Hamilton sin dall'epoca in cui venne espulso dal Missouri, cioè dal 1855 (senza dubbio si fa riferimento all'attività politica di Hamilton nel Missouri e nel Kansas al tempo in cui i cittadini dei due stati costituivano opposte fazioni pro o contro la schiavitù); certifichiamo altresì ch'egli fu il primo magistrato del distretto di Coffey; che sotto tutti i rapporti egli va ritenuto uomo verace e cittadino degno della nostra fiducia. Nessuna persona amante della verità potrà giammai mettere in dubbio una qualsiasi dichiarazione fatta dallo stesso..."

Seguivano le firme di sette rispettabili cittadini, oltre alla firma e alla rubricazione d'ufficio del notaio H. B. Cheney che, il 29 aprile, legalizzava in quel modo la deposizione giurata rilasciata dagli stessi.
Un'ultima prova della veridicità del racconto di Hamilton la forniscono le nipoti (figlie di Wallace Hamilton, il "Wall" del primo resoconto dell'accaduto), che vennero intervistate nel 1965 da Harry Fleenor di Topeka (Kansas). Le due donne dichiararono a Fleenor che la vicenda era molto nota a tutti i familiari e che il nonno la ricordava di frequente, così come la ricordò il giorno stesso della sua morte (avvenuta nel 1912) quando narrò per l'ennesima volta di avere effettivamente visto una strana nave con a bordo esseri altrettanto misteriosi che si erano involati al cielo portandosi appresso una sua giovenca. Al contrario, il padre delle due donne, temendo forse di coprirsi di ridicolo, non amava mai accennare alla vicenda.

Hamilton non ha lasciato nessuna descrizione particolareggiata della nave aerea, all'opposto del capitano James Hooton il quale non solo vide un oggetto simile posato al suolo, ma parlò addirittura con un uomo di statura media che si trovava a bordo della nave (l'avventura capitò a Hooton mentre si dirigeva a Texarkana a rilevarvi un convoglio. Il capitano James, noto a tutti come "il famoso ferroviere della Montagna di Ferro", aveva infatti lasciato l'esercito per entrare come conducente di macchina al servizio di una compagnia ferroviaria). Lo strano essere portava degli insoliti occhiali che mandavano fumo e, al primo momento, Hooton ebbe l'impressione che stesse riparando la parte posteriore della nave. Quando, muto per lo stupore, Hooton si accostò alla nave, l'uomo lo guardò sorpreso e gli disse:
« Buon giorno, signore; buon giorno. » Hooton allora gli domandò:
« È questa l'aeronave? »

 

naveaerea
L'aeronave vista atterrare dal capitano Hooton (da uno schizzo dello stesso Hooton).

 

L'uomo rispose affermativamente; frattanto altri tre o quattro uomini dell'equipaggio erano usciti da quella che sembrava la chiglia della nave.
Un attento esame permise a Hooton di individuare che la chiglia era divisa in due parti e terminava verso prua come l'aguzza lama di un coltello (sorprendente somiglianza con l'Albatros di Verne). Su ciascuna delle due fiancate, la nave aveva quattro grandi ruote fatte di un metallo pieghevole dii modo che, appena l'aeronave assumeva posizione di corsa in senso orizzontale, le ruote diventavano concave.
« Mi perdoni, signore — disse Hooton all'essere sconosciuto dagli strani occhialoni — il rumore che produce la sua nave mi ricorda quello di un freno pneumatico Westinghouse ».
« Forse sì, amico mio; impieghiamo aria compressa e piani aerei, però molto presto verrai a conoscere ben altre cose ».
« Tutto a posto, signore » — così disse a un tratto uno dell'equipaggio. Tutti salirono allora a bordo e la nave incominciò a sollevarsi tra i sibili. I piani che la sostenevano si raddrizzarono con i bordi rivolti in avanti, i timoni di poppa accennarono a flettersi da un lato e le ruote iniziarono a ruotare così rapidamente che appena si riusciva a scorgere i rotori. "In un tempo più breve di quello che occorre a dire amen", così commenta Hooton nell'articolo scritto per l'Arkansas Gazette, "la nave scomparve alla mia vista."
L'articolo di Hooton era accompagnato dal disegno che pubblichiamo. I dettagli "strutturali" della nave, come le ruote poste a ventaglio sui due fianchi, si ritrovano anche in alcune osservazioni californiane del 1896; ma senz'altro Hooton non era al corrente della circostanza. Occorre ricordare che Hamilton segnalò pure la presenza di una "ruota" facente parte del meccanismo di propulsione, sebbene molto più grande e sistemata nella parte bassa della nave. Infine, secondo le affermazioni di Jerome Clark, il meccanismo descritto da Hooton è straordinariamente paragonabile alla misteriosa macchina che, nel 1880, incrociò il cielo del Nuovo Messico.

Le popolazioni d'America, testimoni o semplici lettori degli eventi del 1897, pensarono alla comparsa di una nave aerea dovuta all'ingegno di un misterioso inventore che prima o poi si sarebbe deciso a rendere di pubblico dominio il suo segreto. Non passò mai per la loro mente anche il più lieve sospetto che lo strano marchingegno potesse avere un'origine extraterrestre.

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Questi brani, tratti dal libro "Chi ci osserva dagli UFO?" (Antonio Ribera, De Vecchi Editore, 1976), mostrano un fenomeno che regolarmente si presenta negli avvistamenti UFO o negli incontri ravvicinati con gli alieni. I testimoni sono sempre influenzati dai racconti fantastici dell'epoca. Gli UFO dell'epoca vittoriana sono molto simili ai marchingegni dei romanzi di Giulio Verne, così come gli UFO e gli alieni contemporanei vengono descritti con lo stesso linguaggio della fantascienza più recente. Ad esempio non si parla più di marziani, come negli anni '50, bensì di alieni o di grigi.

Ovviamente, se dobbiamo credere che questi alieni che ci visitano hanno una tecnologia superiore alla nostra (e così deve essere, visto che sono capaci di viaggiare tra le stelle), ci chiediamo come mai nei secoli scorsi fossero dotati di tecnologie così ridicole (come quelle descritte da Hooton e compagnia) e non disponessero già di astronavi "moderne" come quelle avvistate, filmate e fotografate negli ultimi anni.

La risposta è semplice: le persone vedono (o credono di vedere) ciò che è già presente nella "fantasia collettiva" e ciò ci fa sospettare che quella di UFO e alieni sia solo una "leggenda" che affonda la sua origine nella psicologia umana e non nella realtà oggettiva.

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